mercoledì 30 novembre 2016

Recensioni & Co. # 4: Sonno


Sonno
Haruki Murakami

Quand’era stata l’ultima volta che avevo davvero letto un libro? E di che si trattava? 
Provai a pensarci, ma era fatica sprecata, non mi ricordavo il titolo. Mi chiesi perché la vita di una persona dovesse subire un cambiamento tanto radicale. 
Dov’era finita quella ragazza che leggeva come un’invasata? Quel tempo, e quella passione tanto forte da potersi quasi considerare anormale, cos’erano ormai per me?

Sonno è un racconto di Haruki Murakami reso ancora più ipnotico dalle illustrazioni in bianco, argento e nero di Kat Menschik. Una trama, apparentemente, semplice che nasconde la profondità inaspettata e terrificante del mito.

Una donna trentenne, sposata con un dentista e madre di un figlio in età scolare, improvvisamente è colpita da insonnia. Un episodio inspiegabile, non legato a problemi di lavoro o di famiglia, che le era già capitato quando studiava all’università. Una specie di paralisi notturna provocata da un incubo e seguita da notti completamente insonni. Solo che questa volta l’insonnia si protrae per ben diciassette notti.

Per cercare di colmare le lunghe ore vuote, il silenzio e il buio al quale i suoi occhi si sono abituati, la donna riprende a leggere Anna Karenina e, a mano a mano che si addentra nel romanzo, si accorge che tutto sta cambiando. Intorno e dentro di lei.

Il romanzo non è più lo stesso di quando lo aveva letto molti anni prima; adesso le appaiono nuovi significati, i personaggi si presentano con tratti diversi e la storia le si svela con aspetti che non ricordava, che non aveva mai neppure intuito.

La lettura diventa così l’unico mondo reale, dove la donna riesce a essere se stessa; l’altro, il mondo della quotidianità e degli affetti, è ormai ridotto al ripetersi meccanico e senza emozione di gesti automatici compiuti in un cosciente dormiveglia. Il suo corpo prepara la cena per il marito, nuota in piscina, dà la merenda al figlio, ma la mente è altrove; in un limbo indefinito dove la coscienza è sempre vigile e allerta, e non attende altro che il momento in cui potrà vivere dentro la lettura.

Questa trasformazione, in cui la donna si troverà, contro ogni logica fisiologica, a non provare stanchezza, ma anzi a sentirsi piena di energia e a vedersi più bella, quasi ringiovanita, ha inizio con un incubo nel quale un vecchio vestito di nero le versa dell’acqua sui piedi. E la brocca non si svuota mai.

In questa figura, muta e mitologica, mi piace vedere una sorta di demone che purifica con l’acqua i mortali che si apprestano a varcare la soglia dell’esistenza corporea, e a calarsi nella profondità della vera realtà.

In questa discesa agli Inferi del Sé attraverso la lettura -sì, perché leggere è la chiave di accesso a questo mondo nascosto, ma più reale della vita fisica - la donna diventa anch’essa un demone. Non un demone della tradizione cristiana legato alla colpa e al peccato, quanto piuttosto una figura a metà strada tra l’umano e il divino. La donna perde infatti, a poco a poco, i suoi tratti umani; si rende conto della bruttezza del marito, riconosce il disprezzo che proverà un giorno per il figlio, e, in ultimo, nasconderà la sua femminilità sotto abiti maschili.

Diventerà così una creatura della notte, del buio che ormai è dentro di lei, consapevole di non poter più tornare a quell’esistenza tranquilla e banale che aveva condotto. La discesa è finita, così come si è conclusa la lettura di Anna Karenina, e per entrambe è arrivato il punto di non ritorno
Nessuna di loro potrà accettare una vita qualunque, tutte e due sceglieranno, deliberatamente, un destino diverso.


Un finale aperto quello di Murakami, un finale onirico e visionario come i disegni che accompagnano il percorso della sua protagonista. L’unico finale possibile per un racconto possente che ci mette di fronte alle paure primordiali dell’uomo, e ai dubbi più oscuri della nostra esistenza.

2 commenti:

  1. Una recensione degna della Dott.ssa Sigmunda: complimenti! :-D

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  2. Grazie! E, per lei, consulti gratuiti dalla Dottoressa Sigmunda ;-)

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