mercoledì 9 novembre 2016

Dani #3 Le stelle di Srebrenica


A Natale regala un’emozione

Ogni Natale ritorna lo stress dei regali; cosa regalo a mia madre, alla zia che non è mai contenta, all’amica che ha già tutto, al fidanzato con cui, ormai, ho esaurito le idee.

Non che io abbia la soluzione ai vostri problemi, che poi sono anche i miei, ma voglio solo darvi uno spunto. Il suggerimento è quello, in generale, di regalare libri. Perché? Perché i libri non passano con le mode, non danno problemi di abbinamento, possono essere usati ovunque anche più volte al giorno e, dulcis in fundo, fanno bene al cuore e alla mente.

Nello specifico, invece, quello che vi propongo è un brano del mio romanzo Le stelle di Srebrenica: una delle lettere che Gustavo, soldato italiano che combatte sul fronte balcanico durante la Seconda Guerra Mondiale, scrive alla sua amata Paolina.

Se il brano vi ha incuriosito e avete voglia di proseguire la lettura, e magari farne dono a Natale, agli altri o a voi stessi, potete acquistarlo sul sito dell’editore e sui principali siti di libri online (basterà digitare nei motori di ricerca su internet il titolo dell’opera e/o il mio nome e cognome: Le stelle di Srebrenica – Daniela Quadri):







Buona lettura!



Le stelle di Srebrenica


Ti scrivevo Paolina con la speranza che tu riuscissi a leggere le mie lettere. Ma era solo una speranza; sapevo che ben poche ti sarebbero arrivate e quelle poche storpiate irrimediabilmente dalla censura. Chissà se le hai mai lette immaginando di essermi vicina, anche solo per un momento.

Quanto mi sei mancata amore mio! Quanto ti ho desiderata. Così tanto e così forte, da provare il desiderio di farmi del male per far tacere quell’istinto di possesso che mi toglieva il sonno e l’appetito.

Ci ho provato credimi. In tutti i modi. Mi sono fatto prendere dal gioco degli scacchi. Ci ho passato ore ed ore, notti intere concentrandomi su pedoni, torri e alfieri per dimenticare il tuo volto, il tuo corpo. Mi sono dedicato alla lettura, leggendo tutto quello che mi capitava tra le mani.

Anche il libro di orazioni di Don Attilio. E abbiamo trascorso giorni a parlare di anima, di peccato e di morte.
Senza però trovare una soluzione. Non io almeno. Più cercavo di placare la mia voglia di te e più questa cresceva. È il demonio che ti sta tentando, mi diceva Don Attilio. Tu non abbassare mai la guardia, come Nostro Signore nel deserto.
Ma io non sono dio. Sono un uomo fatto di carne. E la carne conosce tutti gli appetiti.

Cosa avrei dato per poterti avere ancora una volta.
Per sentirti fremere mentre i nostri corpi si univano. Amore, questo non te l’ho mai scritto. E come avrei potuto? Ti avrei fatto solo arrossire di vergogna nella migliore delle ipotesi o soffrire inutilmente per un destino che ci ha divisi troppo presto.

Chissà se un giorno potrò rivederti? Toccarti, baciarti fino a toglierti il respiro. Chissà se un giorno potrò farmi perdonare Paolina. Sì perdonare. Non cerco giustificazioni. Non cerco comprensione. Gli uomini e le donne sono diversi. E ancora di più in amore. Se una donna tradisce è perché non si sente amata abbastanza. Perché non trova più la comprensione, le attenzioni e la complicità di cui ha bisogno per sentirsi amata. Quando un uomo tradisce è per un bisogno fisico, per divertimento, per capriccio, per un colpo di testa. Quasi mai per amore.

No Paolina, non riusciresti a capire. Ti farei solo del male, che non meriti. Ucciderei quell’amore che porti in grembo come un bimbo ancora troppo piccolo e inerme per affrontare il mondo. Ed io non voglio che il nostro amore muoia dentro di te.

Voglio che viva nei tuoi occhi sorridenti, sulle tue labbra morbide. Ma le labbra che ho baciato, i seni che ho accarezzato non erano i tuoi. Lei era lì, dove tu non c’eri. Lei mi ha offerto quello che io agognavo fino allo spasimo e che tu non potevi darmi.

Nessuno ha colpa Paolina. Lei voleva solo offrirmi il suo corpo. Era tutto quello che aveva. Ed io l’ho preso.


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