Leggera come l’abisso
Romanzo di Roberto Pecoraro
Un viaggio:
avete mai immaginato un viaggio nelle profondità del vostro essere? Una discesa
immaginaria e immaginifica nei recessi nascosti del vostro Io?
Sembrerebbe
una domanda superflua, del tutto inutile: che bisogno c’è di intraprendere un
simile viaggio? Chi non si conosce abbastanza bene, da dover incontrare la
parte più vera del proprio sé, vivendo in
anteprima stralci di vita di persone sconosciute?
Eppure questo è
proprio ciò che accade a Linda dopo una perdita di coscienza casuale e
apparentemente senza conseguenze; un incidente di percorso che, invece,
stravolgerà la sua esistenza, conducendola fino all'abisso, dove si cela quel
grumo di emozioni indistinte e indefinite che costituisce la sua essenza più genuina
e primordiale.
Quel ricordo non era mio, mi chiesi se si
può davvero provare il dolore di un’altra persona.
In una grotta,
che si rivelerà un luogo reale, ma che potrebbe anche non appartenere a questa
dimensione, Linda supererà i limiti corporali e mentali, per intrecciare la sua
anima e divenire un tutt'uno, un solo sentire con gli altri compagni di questa
esperienza forte e straordinaria.
In una sorta
di sonno purificatore e liberatorio Linda vivrà e sentirà la loro paura, rabbia,
dolore e la sublimazione estrema del sesso.
Una donna dai
seni piccoli e cadenti, un musicista, un ragazzo dagli occhi gialli tendenti al
marrone ed uno dai capelli ricci, un ragazzino senza volto e due corpi nudi
aggrovigliati in un unico ammasso di carne e pelle: questi sono gli ospiti della
grotta di cui Linda vivrà stralci di ricordi e che poi incontrerà anche nella
vita reale.
Molte vite non sono altro che una corsa continua per fuggire dalla
paura del buio, dell’ignoto, delle domande su chi siamo, perché siamo, dove
siamo. Per non affrontare una grotta di paura, di dolore, di solitudine; per
non cercare la luce dentro gli abissi profondi della propria anima.
Con uno stile che fonde con
maestria visioni oniriche ed immagini di grande poesia, Roberto Pecoraro ci invita a metterci in ascolto dell’abisso e a
smettere di vivere sulla superficie della nostra esistenza fatta di ricerca di
successo, potere, denaro, gratificazioni materiali e vacue. A lasciarci andare
alla corrente della vera vita che scorre
nelle profondità del nostro essere.
Solo il coraggio di affrontare la
nostra grotta personale ci permetterà di dare un senso a questo nostro cammino
terreno e questo potrà accadere superando il senso di sconfitta che ci portiamo
dentro dalla nascita: peccato originario con cui tutti noi, prima o poi,
dobbiamo fare i conti.
E la sconfitta, intesa come
abisso di paura ed ignoto, sarà vinta proprio dalla discesa nell'abisso
dell’essere, dove, finalmente, i nostri fantasmi assumeranno un volto e ci
daranno la leggerezza necessaria per tornare alla superficie di una
consapevolezza nuova e piena.
Un messaggio splendidamente
romanzato da Roberto Pecoraro a cui
mi sento di dover attribuire la stessa capacità espressa da Linda:
Non so come dire, mi basta poco per sentire le anime.
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