martedì 5 settembre 2017

Recensioni & Co #14: Il cerchio bianco



Il cerchio bianco
di Paola Caravona 
 Edizioni Leucotea


Bianco come... 
Bianco; immaginate un mondo dove il colore predominante è il bianco. Bianco come la neve che copre ogni cosa, cancellando forme, spessori e rumori.
E adesso, provate a immaginare una vita, anzi, un matrimonio, dove emozioni e sentimenti sono bianchi. 
È cosi che Paola Caravona descrive il matrimonio tra Stella ed Edoardo. Un rapporto appiattito dalla routine, dall’accettazione supina dello stato delle cose, dall’immobilità. Un matrimonio dove persino le lenzuola sono di un bianco abbacinante; troppo bianche, perché le cose tra i due possano davvero funzionare.
E in tutto questo bianco, Stella si sente prigioniera di un destino che lei stessa paragona a un cerchio bianco: una forma che non ha né inizio né fine, un ingranaggio dal quale si sente travolta e risucchiata, ma al quale sfuggirà grazie alla sua passione per il Reiki.

Reiki
Sinceramente non ne sapevo molto, e quindi mi sono documentata, incuriosita dalla determinazione con cui Stella decide di lasciare Trento, città dove vive con Edoardo, per trasferirsi a Londra, dove farà un tirocinio presso la clinica del Dottor Martin.
Il Reiki è una tecnica naturale di riduzione dello stress, di rilassamento e ripristino della salute fisica attraverso l’uso dell’ “Energia universale”, ovvero l’energia che permea l’universo e costituisce il “mattone” fondamentale di ogni cosa vivente o inanimata. Il Reiki è anche definito come una tecnica di auto-guarigione, in quanto viene spesso utilizzata dall’operatore Reiki su di sé. Proprio in questo sta la bellezza del Reiki: nella sua versatilità, nella possibilità di adattarne tempi e modi alle proprie esigenze e al proprio stile di vita, come un dono fatto a se stessi.
L’energia non è quella propria dell’operatore, ma viene prelevata all’esterno e canalizzata; in pratica l’operatore Reiki è come un filo della luce: una volta connesso con la fonte primaria, può attingere tutta l’energia di cui ha necessità, lasciando che questa scorra dolcemente dentro di sé per uscire dalle mani. Non sono quindi necessarie doti personali, tutti posseggono “l’impianto elettrico”, occorre solo attivarlo.

Essere e non fare
Ed è proprio a questo che mirano gli sforzi di Stella, le sue decisioni così improvvise e, a volte, persino incomprensibili a se stessa. Stella è sì un’operatrice Reiki, ma è soprattutto una donna che sta cercando la sua Energia universale; quella forza che porrà fine alle sue paure e titubanze, che le farà capire di essere diventata esattamente la persona che voleva essere, e di trovarsi con le persone e nel luogo che la vita aveva stabilito per lei.
Ciò che la spinge a chiudere un rapporto sentimentale esaurito e a gettarsi con un’irruenza quasi folle in una nuova storia d’amore che coronerà anche il suo desiderio di maternità, non è tanto il destino o fato, intesi come ineluttabilità degli eventi, quanto la ricerca del suo essere più profondo: quella parte di sé che,  a parte Anne, la sua migliore amica, e Alan, il nuovo compagno, è ancora troppo spesso avvolta dal bianco delle convenzioni, del passato, dei legami familiari.
Il percorso di Stella può essere preso come esempio del cammino che tutti noi dobbiamo intraprendere per poter arrivare al nocciolo della nostra esistenza, una volta sfrondato da tutto ciò che ce lo rende bianco, invisibile. E come Stella ricorda più volte nel romanzo, ciò è possibile quando ci rendiamo conto che la nostra essenza non sta nel fare, ma nell’essere.
Pur non conoscendo personalmente Paola, credo che lei stessa viva in prima persona la passione per il Reiki, o almeno questo è quanto traspare chiaramente da certi atteggiamenti di Stella, dalle sue inquietudini e dalla sua vittoria finale sul mondo dell’effimero.
Dolcissime e rassicuranti, come solo la pace interiore raggiunta dopo un lungo tormento può dipingerle, sono le scene di vita nel cottage in Irlanda. Qui la prosa elegante e delicata di Paola si colora di poesia: la poesia dell’essere umano che si è ricongiunto con la parte migliore di sé.

Conclusioni
Un romanzo di grande speranza per un mondo, dove all’attenzione per gli aspetti negativi della vita viene dato molto più risalto che non a quelli positivi. Ecco, direi che Il cerchio bianco suggerisce e propone un cambio di prospettiva da cui tutti potremmo trarre grandi vantaggi per la nostra crescita interiore.
Il mio ringraziamento personale a Paola per avermi fatto scoprire questa tecnica, semplice, immediata e di grande potenza.