lunedì 14 novembre 2016

Recensioni & Co # 2


L’inventore di sogni

Sembrerà una sciocchezza, ma anche la copertina ha avuto il suo perché nell’acquisto di questo libro. Il fatto poi che le storie che lo compongono vengano definite racconti per ragazzi ha fatto il resto.

Quello che mi è sembrato chiaro dopo averlo letto, d’un fiato ci tengo a precisare, è che McEwan gioca e si diverte, con grande ironia, col registro del racconto per ragazzi, ma, in realtà, il suo scopo è un altro.

Attraverso i sogni ad occhi aperti di Peter Fortune, un ragazzino di undici anni del tutto anonimo e normale, se non fosse per la sua strana propensione a starsene da solo e a perdersi in fantasticherie di ogni genere su oggetti, animali e persone, McEwan mette in contatto e, se necessario, sovverte, i rapporti tra il mondo dei bambini e quello degli adulti.

I sogni di Peter diventano la chiave di accesso a realtà altrimenti inaccessibili: il mondo delle bambole dove regna la terribile Cattiva, quello del gatto di casa, ormai vecchio e malandato, che riesce, grazie a Peter, a prendersi l’ultima rivincita su uno spavaldo gatto giovane e quello degli anziani, acidi e soli, che tormentano i bambini perfino sotto le mentite spoglie di un ladro inafferrabile.

Ma le incursioni più interessanti e rivoluzionarie del sognatore Peter sono quelle nel mondo degli adulti e dei più piccoli.  Un giorno d’estate, uno dei tanti trascorsi con la famiglia e gli amici sulla costa atlantica del Devon, Peter scopre il desiderio di comprendere meglio le abitudini, così strane e lontane, degli adulti che, anziché correre e giocare sulla spiaggia, trascorrono ore a chiacchierare, leggere e passeggiare. E il desiderio lo trasforma in un giovane adulto che conosce i battiti del cuore e il primo bacio con Gwendoline e, dopotutto, quel mondo non gli apparirà più così brutto e triste.

Avere undici anni è come vivere nella Terra di Mezzo: non si è piccoli, ma nemmeno grandi. E Peter sembra essersi dimenticato la sua vita di qualche anno prima. Ma ci pensa la sorellina Kate con la sua bacchetta magica a farlo entrare nel corpo del cuginetto Keith, e a fargli riscoprire delizie insospettabili come gattonare, spalmarsi il cibo sul viso, scoprire gli oggetti assaporandoli e cercare di trasformare i pensieri in suoni comprensibili.

Se poi la noia della vita quotidiana e l’insopportabile disordine casalingo lo assalgono, Peter ha un asso nella manica: la Pomata Svanilina. Ne basta poca per far scomparire tutta la famiglia e godersi un po’, ma non troppa, beata solitudine.


Racconti che fanno riflettere e che svelano, a volte in maniera ironicamente inquietante, la natura potenzialmente sovversiva della mente dei ragazzi che non hanno ancora varcato la linea che segna il confine col mondo degli adulti. 

O che, forse, non lo faranno mai.

Leggo dunque Sono




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