domenica 21 gennaio 2018

Recensioni & Co #18: Una lettera lunga una vita

Una lettera lunga una vita:
Loredana Limone ci racconta la passione


Ma in ogni caso la vita è andata avanti, 
e nella mia (o di chiunque fosse) tutto è a posto. 
Lo ripeto e, credimi, non mento. Tutto a posto, già. Tranne te.

                  La lettera lunga una vita è quella che Assuntina Romano, ragazza del Vomero negli anni del secondo conflitto mondiale, scrive al suo innamorato di sempre, Mario. Una lettera che è una dichiarazione d'amore piena di ricordi, passione, addii e partenze che si susseguono e s'intrecciano tra la città partenopea e quella di Wilmington nel Nord Carolina.

                  Al tramonto usciva sul balcone e si lasciava crollare lentamente insieme al sole che declinava dietro la collina di Posillipo sotto una tavolozza di colori - viola lilla ocra arancio rosa - che, ignari del suo dolore o forse proprio a mo' di consolazione, si stemperavano nel mare meravigliosi quanto mai. 

                 L'amore tra Assuntina e Mario, che si conoscono quindicenni ad una festa di compleanno, nasce e cresce in un mondo a se stante quasi di fiaba, in quella Napoli  incantata che si stende sulla collina del Vomero con la Floridiana, l'Orto Botanico, Poggioreale, Santa Lucia, Mergellina, Pozzuoli fino a Procida e la spiaggia della Chiaiolella. Una Napoli la cui bellezza senza tempo è sfregiata dalla guerra e ammorbata dalla violenza e dalla povertà solo nei quartieri "giù". Una Napoli amata e sognata da Assuntina, quando ci sarà l'Atlantico a separarla dalla famiglia e dagli affetti più cari, una Napoli un po' matrigna che non si commuoverà alle sue lacrime e non risponderà alle sue preghiere di accoglierla nel suo ventre.

                  Ma la relazione tra Assuntina, figlia esemplare del Dottor Romano e dell'austera moglie Teresa di origini austriache, e Mario Attanasio, figlio di una donna non proprio per bene e del suo ultimo amante, un gerarca fascista, non è ben accetta dalla famiglia di lei. Ci si metterà poi la decisione di Mario, spirito inquieto e tormentato, di frequentare la Scuola Caccia di Lecce come allievo ufficiale pilota, e un moto d'orgoglio e qualche parola fuori luogo di Assuntina per separarli.

                  Assuntina finirà con lo sposare il bel soldato americano, Harry Watson, mentre Mario si farà una famiglia con Giovanna Russo, la donna al posto della quale Assuntina avrebbe voluto vivere la proprio vita. Accanto e prendendosi cura dell'unico uomo che abbia mai posseduto il suo cuore, Mario.

Quel quattro di maggio del '46 lei, da Assunta Romano, diventò Tina Watson. 
E traslocò in un'altra vita.

                 Incinta e già sposata con Harry, Assuntina si imbarcherà sulla Algonquin diretta a New York insieme ad altre quattro o cinquecento ragazze: altre spose di guerra come lei piene di speranze e paure, molte in attesa di bambini per metà statunitensi. Toccante e molto ben ricostruita a livello storico e umano è la storia di queste giovani donne italiane che partono per un paese sconosciuto, affidando il proprio destino e felicità a uomini che, nella maggior parte dei casi, hanno conosciuto per periodi abbastanza brevi.

                 In terra americana dove ha promesso a se stessa di non piangere mai, Assuntina cercherà di essere una buona moglie e una brava madre per le figlie che darà ad Harry: Rose e Sarah, anche se le cose non andranno come avrebbe sperato. La voce e il ricordo di Mario continuano a tormentarla, fino a quando la notizia della fine imminente della madre Teresa malata di cancro la farà tornare a Napoli.

                Rivedere Mario e tornare ad amarlo sarà una cosa naturale e inevitabile. Sarà come ritrovare l'altra metà del cuore, e le poche notti trascorse insieme colmeranno Assuntina di quella felicità desiderata per tutta la vita, ma alla quale entrambi hanno rinunciato troppo a lungo. L'amore che Assuntina vive con Mario è un amore fisico, carnale, un'esplosione di passione, ma è anche, e a me piace pensare soprattutto, un desiderio di normalità, di quotidianità. Un voler trasmettere al suo uomo - e Assuntina si domanda chi stia in realtà tradendo, Harry o Mario? - i propri sentimenti attraverso il cibo che gli cucina senza sosta, mettendoci cuore e anima, e prendendosi cura della sua persona. Un sogno che dura poco, perché Mario tornerà da Giovanna, la donna che in realtà lava e stira i suoi vestiti e lei salirà su un aereo per gli Stati Uniti.

Harry mi lasciò da sola a risolvermi, consegnò la sua parte di ferramenta al fratello e se andò in Vietnam.

                La pelle non s'inganna e Harry che ha compreso come le cose siano cambiate per Assuntina nei suoi confronti, decide di partire per il Vietnam da cui non farà più ritorno. Assuntina che si scopre incinta di Jessie, l'ultima figlia che nascerà già orfana del padre, non riuscirà a perdonarsi il sacrificio di Harry. Un sacrificio di cui si è resa partecipe per non aver fatto nulla per ostacolare, anche solo per affetto, decenza o pietà, la partenza del marito.

               Assuntina darà una svolta alla propria esistenza diventando una scrittrice famosa con i suoi romanzi ispirati da Mario e scritti per lui. Una vita che continua, nonostante tutto, con quel senso, mai sopito e lenito, di assoluta estraneità a se stessa, fino al giorno in cui Assuntina riceverà una telefonata da Bruno, il figlio di Mario. Mario è in ospedale per un attacco di cuore, ma a lei basterà sentire la sua voce e il suo richiamo per tornare alla vita, quella vera.

Perché finalmente, grazie a te, in terra d'America, sto piangendo, ma di gioia. 

              Una lettera lunga una vita è un'ulteriore conferma, se mai ce ne fosse stato bisogno, della grande capacità di emozionare di Loredana Limone. Un romanzo commovente e vero come tutte le grandi passioni che decidono e cambiano l'esistenza umana. Una grande passione che Loredana Limone trasmette, pagina dopo pagina, con dolore e poesia: quella per la vita e per la sua Napoli.

                  
                  

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