La
Doppia Vita dei Libri
ovvero
Leggere
col Cuore
Chi scrive,
per professione o per passione, sa molto bene che le difficoltà maggiori si
incontrano dopo la pubblicazione. Come diamine si fa a promuovere un libro tra
le migliaia che ogni anno sommergono i lettori?
Ecco, tra le
varie possibilità che si aprono agli autori ci sono i blogger: i tanto
ricercati, corteggiati e, a volte, temuti lettori e recensori che possono fare
la differenza nel lanciare o affondare un libro.
Tra i molti
che ho avuto il piacere di contattare per la promozione del mio romanzo Le
stelle di Srebrenica, una in particolare mi ha colpita. Lei si chiama Serena e gestisce il blog La Doppia Vita dei Libri.
Oggi sono
felice di ospitarla qui con una breve intervista: 7 domande con cui cercherò di
farvi conoscere un po’ meglio Serena e la sua passione per i libri.
D. Buongiorno
Serena! Inizio subito con la domanda più ovvia. Da dove nasce l’idea di
chiamare il tuo blog La Doppia Vita dei Libri?
R. Non è stato affatto facile! Ci ho pensato e ripensato
per giorni, fatto liste interminabili, ma con nessun nome scattava il colpo di
fulmine. Poi una sera ho chiuso gli occhi ed è prepotentemente affiorato! I
libri nascono dalla mano del loro autore cominciando la loro prima vita.
Vengono scelti e acquistati, iniziando la loro seconda. Il medesimo libro può
essere amato da uno e odiato dall'altro. Osannato o stroncato a seconda dei
personali gusti… da qui, La Doppia Vita Dei Libri.
D. La prima
cosa che balza all'occhio, leggendo le tue recensioni, è la cura e il cuore che
metti nel presentare un libro: un layout ben strutturato e accattivante che
attira l’attenzione, riferimenti mirati e densi di significato a frasi ed
estratti del libro e poi… tanta, tanta passione! Quando hai “scoperto” questa
tua passione e perché hai deciso di “diventare” una blogger?
R. Leggo voracemente da quando avevo 5 anni. Me lo ha
insegnato mia mamma. Avevamo molti libri in casa, libri però “troppo grandi”
per me. Ma questo non mi fermava. Leggevo e leggevo, magari non capendo
assolutamente nulla di ciò che vi era scritto perché libri troppo impegnativi
per una bambina, ma a me non importava, andavo avanti come un treno, quindi
direi di aver scoperto in quel periodo la mia passione.
Diventare una blogger, beh, l’ho fatto inizialmente
spinta un po’ dalla rabbia. Ho iniziato a leggere le recensioni degli altri e
notavo con quanta facilità stroncavano o giudicavano gli scritti altrui
ergendosi a giudici, spesso quasi con cattiveria. Le stesse persone che poi
magari non sarebbero state in grado neanche di scrivere una lista della spesa!
Sono dell’idea che si possa e si debba esprimere il proprio parere ma sempre
con una buona dose di rispetto e considerazione per l’animo umano. Anche a me è
capitato di leggere delle cose non proprio eccellenti, una addirittura
terribile (in quel caso mi sono astenuta dal fare la recensione) ma penso si
debba cercare di fare critiche sempre e comunque costruttive.
D. Quello del
blogger è un lavoro che prende molto tempo e tante energie. Leggere non è così
semplice come si potrebbe pensare; soprattutto se lo si fa cercando di
instaurare un’empatia con l’autore e la sua creatura. Cosa deve scattare in
Serena perché si stabilisca questo cordone ombelicale con un libro?
R. Alcuni mi emozionano già dalle dediche iniziali.
Sembrerà una stupidaggine ma a volte da quello, inizio a capire la mano che c’è
dietro quel libro.
Amo i
libri non fini a se stessi. Il libro può essere di qualsiasi genere, thriller,
romantico, fantasy, ma deve avere un messaggio, più o meno celato. Quando mi
accorgo che il libro in questione mi sta spingendo alla riflessione, il legame
ha inizio.
D. Ci sono
generi narrativi che preferisci, qualcosa che senti più nelle tue corde di
lettrice? O come i buongustai a tavola, badi più che altro alla sostanza, al
contenuto?
R. Aprire il blog mi ha aperto un mondo. Prima le mie
scelte viravano soprattutto verso i thriller ma dopo aver iniziato questa
esperienza mi sono resa conto di essermi persa molto. Questo grazie agli autori
che mi hanno mandato i loro scritti permettendomi di conoscere generi che fino
ad allora mai avrei creduto di voler leggere o semplicemente tralasciavo. Il
mio primo fantasy l’ho letto proprio grazie al blog e mi è anche piaciuto!
Credimi, quando andavo in libreria la sezione fantasy non la sfioravo nemmeno.
Diciamo
che grazie a La Doppia Vita Dei Libri sono diventata onnivora!
D. Quali sono
gli aspetti fondamentali, quegli ingredienti che, secondo il tuo gusto e la tua
esperienza, non devono mancare in un libro per tenere incollato il lettore
dalla prima all'ultima pagina?
R. La scorrevolezza del testo è una cosa fondamentale.
Per scorrevolezza non intendo una scrittura veloce e approssimativa ma un testo
non schematico. Capita spesso, soprattutto agli autori con ancora poca
esperienza, che non riescano a miscelare bene le informazioni e in alcuni punti
più che un libro sembra di leggere lo schema che probabilmente avevano accanto
e seguivano durante la stesura.
Come
secondo punto, personalmente non amo le eccessive descrizioni, trovo che
rallentino inutilmente il testo. Per far amare un personaggio o un luogo
bastano poche parole ben scelte.
Un’altra
cosa fondamentale a mio avviso per incollare il lettore alle pagine, è farlo
innamorare del / dei personaggi principali. Creare un legame con essi porterà
il lettore a “non volerli lasciare”, anche nelle fasi in cui il libro potrebbe
essere un po’ calante.
D. Tu sei
anche una beta-reader. Ti è mai capitato di dover “bocciare” un testo, sapendo
che per ogni autore il proprio libro è un pezzo di cuore? In altri termini,
esprimi sempre il tuo parere spassionato o preferisci, dove possibile,
soprassedere o “indorare la pillola”?
R. Se indorassi la pillola il mio ruolo di beta-reader
oltre a non servire, danneggerebbe libro e autore.
Nella
recensione considero sempre che il libro ormai è così, quindi si, scrivo quello
che non mi è piaciuto (se c’è), ma metto anche in risalto i punti positivi.
Come
beta-reader sono un po’ più secca, soprattutto quando credo che il libro abbia
un buon potenziale.
Ne ho
letti molti con ottime partenze che progressivamente calavano… ecco, siccome
non mi piace vedere del potenziale sprecato, seppur in modo educato e
rispettoso della sensibilità, faccio notare senza remore ciò che si può
migliorare.
D. In media
quanti libri leggi all'anno? E se qualcuno te lo proponesse, faresti di questa
tua passione un lavoro a tempo pieno?
R. E’ difficile quantificare, ma direi tra i 50/70. In
media uno a settimana, se brevi anche due.
Diciamo
che dormo molto poco!
Chi
non desidera passare le giornate a fare ciò che più ama?
Quindi
la risposta è sì, trasformare questa mia passione in un impiego sarebbe una
bellissima svolta!
Grazie, Serena, per aver
accettato questa intervista e per la tua disponibilità nei confronti di noi
autori. Un grazie di cuore soprattutto da parte mia e… in bocca al lupo, per tutto!
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