Quando
il Diavolo ci mette lo zampino…
ovvero
Il ponte del Diavolo
Per
il ponte dell’Immacolata siamo andati, io e il Delizioso (ndr così si è
espresso il mio fidanzato ;-), in Toscana: Massa, Forte dei Marmi, Pisa, Luca,
Bagni di Lucca e Borgo a Mozzano. Alcune località famose, altre un po’ meno
come l’ultima che, però, offre ai visitatori che arrivano fin là una perla
architettonica, ingegneristica e, perché no, storico-leggendaria: il Ponte del
Diavolo.
Prima
di partire mi ero documentata un po’ sulle bellezze da vedere e così mi erano
capitate sott’occhio alcune foto; troppo bello, dovevo vederlo e attraversarlo,
tanto più che la leggenda che aleggia intorno alla costruzione di questo ponte
tira in ballo, nientepopodimenoche il
diavolo in persona!
Detto
fatto: il Delizioso, armato di santa pazienza e navigatore impostato, affronta
con maestria curve e controcurve e, a un tratto, eccolo lì sulla nostra
sinistra con le sue campate di grandezza crescente che si gettano, in una
strana e affascinante asimmetria, da una riva all’altra del fiume Serchio.
La
storia ci dice che, questa eccezionale opera di ingegneria medioevale, fu probabilmente
voluta dalla contessa Matilde di Canossa, mentre il suo nome ufficiale Ponte della Maddalena è dovuto a una
edicola, costruita intorno al 1500 ma non più esistente, che custodiva la figura della Maddalena.
La
leggenda, invece, ci parla di un Ponte
del Diavolo che si trovò, suo malgrado, invischiato nella sua costruzione.
In realtà il compito di edificare il
ponte era stato affidato a S. Giuliano l'Ospitaliere. L'opera si rivelò
di difficile realizzazione e, quando si rese conto che non avrebbe completato
il lavoro entro la scadenza, il capomastro sprofondò nella disperazione. Una
sera, mentre sedeva da solo sulla sponda del Serchio pensando al disonore che gli
sarebbe toccato per non aver terminato il ponte in tempo utile, gli apparve il
diavolo che gli propose un patto. Il maligno lo avrebbe terminato in una
sola notte, ma a una condizione: avrebbe preso l'anima di colui che avesse
attraversato il ponte per primo. Il patto fu siglato: in una sola notte il
diavolo con la sua forca sollevò la grande campata del ponte. Il costruttore,
pieno di rimorso, andò a confessarsi da un religioso che gli disse di
rispettare il patto, ma di aver l'accortezza di far attraversare per primo il
ponte a un… maiale. Il giorno successivo il capomastro impedì l'accesso alle persone
e fece attraversare per primo il ponte alla bestia. La leggenda vuole che il
diavolo, inferocito per la beffa, si gettò giù dal ponte nelle acque del
Serchio e non si fece rivedere mai più da quelle parti.
La
realtà è stata senz’altro superiore alle aspettative; sarà per l’aura di
mistero che lo circonda, sarà per la bellezza mozzafiato del paesaggio
illuminato dal sole, sarà per l’incredibile sfida alla forza di gravità della
campata centrale, ma – vi assicuro – passeggiare, o meglio arrancare, fino in
cima a questo ponte è un’esperienza davvero unica!
Ti dirò... ponte bellissimo, ma... data la leggenda, avrei un po' di ansia nel doverlo attraversare ;-)
RispondiEliminaNon conoscevo questa storia, interessante!
Bello il ponte, ardito attraversato sapendo della leggenda. Belle foto Dani.
RispondiElimina