Lo sappiamo
bene che l’assassino non è tra di noi
di Roberta Paola Fornari
Quando si scrive c’è sempre qualcosa di
autobiografico: Viola sono io, siete voi, siamo tutti, la protagonista prova
stati d’animo in cui tutti si possono riconoscere.
Con
queste parole l’autrice descrive l’essenza di un romanzo in grado di
coinvolgere intensamente il lettore, perché i sentimenti e le sensazioni,
perfino le percezioni sensoriali, di Viola, la voce femminile protagonista, in
realtà sono le nostre.
L’aspetto
originale che più ho apprezzato del romanzo d’esordio di Roberta Paola Fornari pubblicato da Edizioni Leucotea nell’aprile
2017, che se proprio vogliamo collocare in un genere narrativo possiamo
definire thriller psicologico, è proprio la prospettiva del raccontare.
L’assassinio, perché di fronte a questo ci
troviamo, viene ricostruito attraverso i dialoghi tra i personaggi o con le
forze dell’ordine; non ci sono descrizioni cruente o indizi macabri – di fatto
il cadavere non viene mai visto -, le scene vengono richiamate, quasi suggerite
agli occhi del lettore che verrà guidato alla scoperta della verità a mano a
mano che si paleseranno la psicologia, le riflessioni, i pensieri dei
protagonisti.
Ed è
questo un percorso introspettivo fatto di umanità, di verità nascoste, di gesti
d’affetto mancati o di troppo amore. Ecco
la dimensione umana, più ancora di quella psicologica, è il vero cardine
portante della struttura e dell’organizzazione narrativa di questo romanzo.
Con
Viola, quarantenne romana che vive una fase di crisi nel matrimonio con Paolo,
avvocato di grido, e l’eccitazione di un inaspettato incontro con un altro uomo,
l’affascinante Marcelo, è molto facile, direi naturale, ritrovare situazioni
che già conosciamo perché parte del nostro vissuto personale. Tutto questo
rende l’immedesimazione un atto spontaneo, una scelta obbligata che annulla la distanza tra finzione e realtà, tra
narratore e lettore. E questo non è sicuramente qualcosa di così scontato in un
romanzo che abbiamo definito di genere. Anzi!
L’equilibrio
già instabile di Viola viene del tutto rotto, quando la morte di nonna Adele
lascia lei e i cugini eredi di un ingente patrimonio a Biarritz. Ma al suo
arrivo nella località francese nei Pirenei atlantici, accade l’imprevedibile: Marisela, una cara
cugina, viene assassinata e a questo punto inizia il viaggio di Viola. Un
doppio viaggio che la porterà, nella realtà, a sistemare i pezzi mancanti di un
puzzle che le indagini del commissario Giambiancô faranno venire a galla, e,
nella mente, a ritrovare luoghi, persone e sentimenti di un’infanzia che
all’improvviso riesplode dentro di lei, con la forza dei ricordi mai del tutto
dimenticati.
Perché
l’assassinio di Marisela è un po’ anche il simbolo della fine di quell’infanzia
trascorsa insieme, alla quale Viola dovrà rinunciare, così come dovrà accettare
che l’immagine che si era fatta di Marisela quand’era in vita non corrisponde
alla realtà. Domande che non trovano risposta e rivelazioni che nessuno
avrebbe mai immaginato potessero essere reali aprono
un ventaglio di complesse possibilità.
Le persone, anche le più care, possono cambiare e nascondere
segreti che mai avremmo ritenuto possibili. Persino l’amore può avere risvolti
distruttivi ed eccessi di pura follia. Nel suo percorso interiore di conoscenza
e scoperta, Viola ci prende per mano e ci indica che la vita è così: prende e
toglie, ma ci fa anche crescere e diventare più forti.
E Roberta Paola
Fornari ce lo racconta con una prosa
ritmica, scandita da pause e sospensioni di grande effetto, e un tono quieto,
familiare, a tratti ironico che avvolge il lettore e lo cala in un’atmosfera di
complicità e partecipazione emozionale.
Lo sappiamo bene che
l’assassino non è tra di noi, verrebbe da dire ma il finale non è così
scontato!
Un romanzo che consiglio a tutti e un invito a Roberta Paola
Fornari perché prosegua nella sua brillante carriera di scrittrice.
Biografia
Roberta Paola Fornari è nata a Milano e ha conseguito due
lauree brevi in Marketing-Comunicazione e in Lingue Orientali.
Attualmente vive a Roma con il marito e un Terranova di nome
Michael.
Insegnante, interprete per il Medio Oriente nella moda,
account executive e copywriter prima di iniziare a lavorare per le produzioni
televisive e nella Direzione Risorse Artistiche del gruppo Mediaset.
Fil rouge della
sua vita lavorativa è sempre stata la comunicazione nelle sue varie
sfaccettature.