OVVERO CHI È DAVVERO GIANMARIO MAZZOLA?
Eccomi qui oggi con un’intervista sorprendente e la
prima a sorprendersi, credetemi!, sono stata io. Perché capita di conoscere una persona, un distinto
e molto professionale graphic art designer – tanto per farvi un’idea, pensate a
uno di quegli artisti a tutto tondo che realizzano precisissimi video istituzionali per aziende, coloratissime brochure di prodotto, allegri dipinti tipo murales per riqualificare stazioni ed
aree metropolitane, arredi, loghi e campagne immagine per negozi, eccetera,
eccetera -, ecco un tipo che non avresti
mai detto e poi… poi scopri, sbirciando qua e là su Facebook, che ha un
gemello!
Ma sì, uno preciso identico a lui, ma che l’estro
artistico ce l’ha nella musica. Scrive canzoni, ha un look anni ’50 – occhiali
scuri, cravatta stretta, a volte un panama in testa e completi perfetti in
stile Blues Brothers, a parte quando sale sul palco in giacca e bermuda -, e canta in una swing band dal nome
suggestivo: “Gli Imbroglioni”. Il suo
nome d’arte è Jimmy e, a questo punto, direi di partire con le fatidiche 7
domande, perché anch’io sono mooolto curiosa di scoprire chi è ☺.
D. Ciao
Jimmy (vabbè ti do del tu, perché conosco il tuo gemello!), ma tu quando nasci?
Come cantautore e cantante, intendo. Dai fammi capire un po’ come e quando hai
scoperto questa tua doppia personalità: grafico di giorno e swing singer la
sera!
J. Ciao Daniela. Premetto che, anche musicalmente,
si possono trovare nel mio percorso due diramazioni: una più cantautorale pop,
che porto avanti dal 2004 in solitaria, con canzoni che strizzano l'occhio a
certe sonorità elettroniche vintage, l'altra, legata a un certo tipo di swing,
ribattezzato “swing da trattoria”, che condivido dal 2009 con Gli Imbroglioni,
la band di cui sono il cantante.
D. Adesso ti svelo io una cosa… adoro la musica, ma
non so nulla di storia, generi, nomi e date. Quindi… raccontami un po’: perché
proprio il swing e quali sono i cantanti a cui vi siete ispirati, se ne avete.
J. Tutti e 6 noi Imbroglioni arriviamo da
background musicali molto diversi tra loro: dal rhythm and blues del
tastierista Massimo Morici, al mondo ska/reggae del chitarrista Andrea
Franceschi, dall'esperienza bandistica e da big band del sassofonista Stefano
Fossati, alle sonorità funky del batterista Andrew Fontana e del bassista Enea Magatti.
Tutti avevamo però una cosa in comune: l'amore per certi autori come Paolo
Conte, Capossela, Jannacci, Carosone, Cochi e Renato...Una volta trovata
l'amalgama emotiva abbiamo iniziato a lavorare sul nostro sound, traendo dalle
nostre esperienze musicali il meglio che potesse appoggiare la “causa”:
riarrangiare in maniera originale grandi successi del passato. La chiave di
volta è stata ovviamente lo swing, visto gli autori di cui volevamo suonare i
successi, ma rielaborato un po' a modo nostro. Da qui il termine “swing da
trattoria”:
D. Swing da trattoria. Trovo questa definizione fantastica, perché rende perfettamente l’idea del tipo di musica che fate! Immagino location un po’ ruspanti e un pubblico che canta insieme a voi, e si scatena in balli non proprio a tempo… ci ho azzeccato o mi sono fatta un film? Ma forse è meglio se mi spieghi, qual è il vostro pubblico e dove vi esibite ☺
J. Ci hai azzeccato, ci hai azzeccato! Noi ci siamo
sempre esibiti in diverse situazioni e con un pubblico sempre variegato: dalle
2.000 persone del Carroponte di Sesto la scorsa estate, all'osteria di paese
davanti a neanche 100 commensali, in luoghi sacri della musica come Hiroshima
Mon Amour o Alcatraz, ai club milanesi un po' fighetti.
Cambia la location ma l'approccio è sempre lo
stesso: partiamo energici, ma comunque low profile e “pettinati”. Man mano che
la scaletta va avanti “noi ci si lascia andare” e il pubblico comincia a
partecipare, ballare e cantare insieme a noi in maniera naturale. La certezza
che nella serata “qualcosa è accaduto” arriva quando, una volta giunti ai
nostri pezzi, le persone cantano con noi i relativi ritornelli. Ovviamente tra
il pubblico c'è chi da un po' di tempo ci segue e quindi i brani li conosce.
Molto spesso chi non ha mai visto un nostro concerto si ritrova solitamente a
canticchiare le nostri canzoni già al secondo ritornello!
D. Ho visto il videoclip del vostro ultimo singolo Allora vado lì e ti confesso che
continuo a cantare – per quello che riesco a fare ☺ - il
ritornello: tu non puoi capire perché,
quanto è dura l’estate per me. Soldi, donne, auto ne ho, chissà dove andrò? Parlaci
un po’ della vostra produzione discografica e svelaci un segreto… quali sono
gli ingredienti per scrivere un motivo di successo o, almeno, che resti nell’orecchio
di cui l’ascolta?
J. Nel caso specifico di “Allora vado lì” il tutto
è nato da un'idea del nostro tastierista Massimo: “Allora vado lì è nata per
caso, di ritorno da una vacanza in Sudtirolo, ascoltando in radio, in coda
lungo l'autostrada del Brennero, una trasmissione sulla vita di Giorgio
Moroder, che è di quelle parti e ha fatto fortuna all'estero. Volevamo ricreare
un’atmosfera rilassante, dal sapore latino, qualcosa che fosse semplice e
canticchiabile, ma non scontato; qualcosa che ricordasse le geniali canzoni del
Discao Meravigliao di Renzo Arbore, la colonna sonora di Indietro tutta di fine
anni '80”.
Una volta portato in studio lo “scheletro” del
pezzo e una bozza di testo cominciamo a lavorare sugli arrangiamenti e sulle
parole. “Allora vado lì” era ancora in cantiere quando Ciccio Valenti, il
nostro amico conduttore e speaker radiofonico (al momento conduce a Tuttotondo
su RadioRaiUno) è venuto a provare con noi alcuni pezzi per un progetto futuro
su cui stiamo lavorando insieme. Sentendo casualmente questa canzone se n' è
subito innamorato ed è entrato “a gamba tesa”: “Ragazzi questo pezzo per
l'estate è una bomba, lavoriamoci insieme!”. E così è stato: Andrea Franceschi
con Enea e Andrew, si è occupato più dell'arrangiamento.
Io, Stefano e Ciccio Valenti ci siamo più dedicati
invece al testo e all'intenzione del cantato. Massimo, ideatore originale, ha
fatto poi da collante.
I nostri nostri brani nascono così, quasi sempre da
una prima forte idea iniziale di qualcuno e diventa poi il frutto di un sano e
democratico togliere, mettere, aggiungere, sostituire...
D. Avete girato il videoclip con il coinvolgimento
degli ospiti del Centro Diurno per anziani di Lissone e trovo che questa scelta
sia davvero vincente. Ma chi è l’ideatore dei vostri costumi – posso chiamarli
così? ☺
- e delle coreografie? Uno spettacolo nello spettacolo, geniale!
J. Per quanto riguarda il video riporto le parole
di Stefano Fossati, nostro sassofonista, nonche videomaker del gruppo:
“L’idea
questa volta – spiega Stefano - era far emergere un contrasto: da una parte la
scena in villa fa il verso all'estate cafona del lusso ostentato e
dell'emulazione della vita dei vip.
Dall'altra volevamo valorizzare, invece, quanto c’è
di umano e ancora genuino nella provincia: non trovo immagini migliori per
esprimere questo concetto di quelle che abbiamo girato con Giacomo al Centro
Anziani di Lissone”.
D. Qual è il momento per te più emozionante di
questa passione musicale: scrivere un nuovo testo, registrare la prima volta in
studio, aspettare l’uscita dell’ultimo CD, girare un video o salire sul palco,
guardare negli occhi il pubblico e iniziare a cantare? Eh sì, lo so, questa è
una domanda bastarda, perché ti verrebbe da rispondere tutti, ma io voglio sapere, quando l’adrenalina ti sale a mille!
J. Dai...facciamo due momenti almeno: la cosa più
bella è ascoltare il brano registrato in sull'autoradio. Appurare che tutto si
senta bene e “suoni” come ci si era prefissato, non sentire sbavature o
disturbi. A quel punto significa che “la frittata è fatta” e si è già pronti
per pensare a nuovi brani.
L'altro momento è ovviamente il palco. Canto in
giro ormai da 18 anni (sono a livello di gavetta maggiorenne:)), e un po' di
belle situazioni le ho viste. Una grande emozione fu aprire anni fa qualche
concerto di Fausto Leali con alcune mie canzoni in piazze gremite di migliaia
di persone. Sai, tutti erano per lui, e non era facile in un quarto d'ora e con
pochi pezzi conquistare il pubblico, ma la missione è sempre riuscita e la
gente ha risposto sempre con grandi applausi.
Con Gli imbroglioni abbiamo “toccato il cielo” al
Carroponte o all'Alcatraz di Milano, o ancora al Live di Trezzo, luoghi dove
sai che il giorno prima hanno suonato i grandi big della musica anche internazionale.
I grandi numeri non ci spaventano. Una volta saliti sul palco è sempre tutto
bellissimo. La risposta del pubblico ci gasa e ci appaga come poche altre cose.
D. A questo punto chi legge l’intervista starà
fremendo dalla voglia di venirvi a sentire, per cui urge sapere dove e quando!
Quali i prossimi appuntamenti de “Gli Imbroglioni” in questo tour estivo 2017?
J. A parte alcuni eventi privati, ricominciamo il
27 agosto a Bonate di Sopra (BG), in piazza.
Credo sia la festa del paese. Non vediamo l'ora di tornare a suonare
nella bergamasca, zona dalla quale manchiamo da un paio di anni.
D. Sì, okay! Sono già sette le domande che ti ho
fatto, ma questa volta sforo… Come faccio a chiudere l’intervista senza
domandarti: perché avete scelto di chiamarvi “Gli Imbroglioni” e, soprattutto,
chi volete imbrogliare! Tanto siete bravissimi, già si sa ☺
J. Perché Gli Imbroglioni? Perché suona bene, e
perché ci permette di essere liberi a livello musicale. E poi, del resto, gli
imbroglioni di un tempo si trovavano nelle trattorie di seconda mano per
studiare il colpo. Noi facciamo swing da trattoria...”Tirato per i capelli” il
sillogismo si chiude.
Quindi tutto torna!
Quindi tutto torna!
Grazie a Gianmario Mazzola,
alias Jimmygianmario, per aver accettato questa intervista e alla prima
occasione aspetto un CD autografato che, quando vincerete il disco di platino,
varrà quello che varrà, e io me ne andrò in pensione!
E buona estate a tutti con Gli Imbroglioni! Ah... dimenticavo, anch'io vado lì! Ci vediamo!
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